"Oh, che fatica che abbiamo fatto!" |
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14 agosto 2008 L'appuntamento. Ore 8.30 al maneggio Cavaioni. |
Bene, siamo prontissimi. Ci fermiamo un attimo nel campo del maneggio per un piccolo briefing. Il cielo azzurrissimo ci augura un buon viaggio,
si compone la fila. Ok, partia... |
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La mattina, in direzione di Sasso Marconi, abbiamo raggiunto Palazzo de' Rossi dopo aver percorso un lungo tratto del Reno. Cavalcare in acqua è una sensazione che tutti dovrebbero provare. Lungo un'ampia cavedagna nei pressi dell'antico palazzo patrizio, la cavalla di Martina, Sofia, inebriata dal galoppo e dallo spazio aperto, ha preso una velocità supersonica, costringendo la giovane amazzone a una volta che l'ha, sì fatta rallentare, ma non le ha impedito di cadere per terra, sotto gli occhi atterriti di mamma Teresa, già a sua volta caduta. Ma anche questa volta, nulla di grave, solo un pò di suspence. Del resto, bisogna anche aspettarsela quando si va a cavallo, giusto? |
Per il pranzo, eccoci a Ca' Fortuzzi (sopra il Piccolo Paradiso, a Sasso Marconi, ma già nel comune di Marzabotto). E' una struttura equestre dove c'è l'istruttore Valerio, amico di vecchia data di Cinzia e Alberto nonchè cavaliere di Figura, uno splendido stallone andaluso che ha affascinato tutte le (numerose) cavalle del Cavaioni. Si consuma qui la prima grande magnata e bevuta di questo trekking, che rimarrà memorabile anche per l'ottima e robusta cucina appenninica di cui ci siamo deliziati, nel primo e nei successivi giorni. Un giro eno-gastro-ippico in cui abbiamo gustato tortelloni, tortellacci con funghi o ragù, gramigna con salsiccia, ottime carni alla brace, crescentine e affettati e formaggi, rossi e corposi vini non solo sangiovesi. Il peso-forma non ne ha tratto giovamento, ma il palato e il cuore sì. |
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Dopo un paio d'ore lasciamo il posto per raggiungere Monte Sole. Incontriamo la chiesa duecentesca di San Silvestro, affrescata, dove un gentile signore ci fa abbeverare (noi umani ed equini) con freschissima acqua di sorgente. Attraversando la forcella tra il M.te Sole e il M.te Caprara ci immergiamo nel percorso naturalistico e memoriale dello splendido parco. La giornata così limpida ci vizia. Proseguendo sulle creste dei colli, paralleli all'autostrada A1, le macchine che corrono sotto di noi sembrano modellini. Laggiù dentro le auto ci sarà pure l'aria condizionata, ma noi ci stiamo godendo quella naturale, quassù. Vedute a 360 gradi sui crinali. Non vorremmo essere tanto presuntosi da dire che ci sentivamo come un dio, ma di sicuro più di una volta ci è capitato di sentirci un paio di ali come angioletti. |
La sera arriviamo a Podere Termine, ancora nel territorio di Marzabotto. Ci accolgono Federico e Eveline Bernardi, allevatori di splendidi
Haflinger, e Renato Rondinella. Mettiamo i nostri cavalli nei diversi paddock. Li teniamo d'occhio perchè non si diano troppe testate mentre bevono l'acqua da
uno solo secchio a disposizione. E' buffo constatare la loro gerarchia. La Morganina, il cavallo di Tomoko, che evidentemente non ha nessun potere gerarchico, aspetta
il suo turno buona buona... Si avvicina piano mentre gli altri non mollano mai l'abbeveratoio... Alluga un pò il collo e beve timida timida. Che tenerezza...
Dopo aver montato le tende e fatto la doccia, si mangia, di nuovo in abbondanza, anche storione alla brace. Si uniscono a noi due graditi ospiti, affezionati e provetti
cavalieri del maneggio Cavaioni, Claudio e Marco, che perù questa volta hanno potuto soltanto raggiungerci la sera, in sella alle loro moto anzichè ai cavalli,
senza partecipare al trekking. Aiutata dal buon vino, la conversazione si innalza a esplorare concetti importanti come quelli di archetipo e stereotipo maschile, che ci
vengono illustrati dalla dotta Teresa. Poi la serata si conclude cercando nel cielo le stelle cadenti, come si conviene a una notte ferragostana. |
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15 agosto |
Si parte. Si aggiungono al gruppo già numeroso anche Federico (con Zilly) e Renato (con Zwedy). La direzione è Grizzana Morandi, oltrepassando una imponente salita sul M.te Sàlvaro (1000 mt.). A Grizzana in festa per il Ferragosto attraversiamo il paese lungo via Pietrafitta, poi prendiamo verso Stanco, Terre Bianche e infine Prada, dove sostiamo al ristorante La Prada per il pranzo. Sempre mangiamo a sazietà. ....Come finiamo se continuiamo così? Niente paura, da domani dieta. Una famosa frase che nessuno prende sul serio... Spesso, quando organizziamo un trekking, facciamo la pausa pranzo all'aperto con qualche panino da mangiucchiare o un picnic con vino e dolci ecc. Ma questa volta la scelta è stata "seduti a tavola". Ogni soluzione ha i suoi pregi e difetti. L'importante, comunque, è avere una buona compagnia con cui scherzare e ridere per smaltire la tensione della cavalcata e riposare bene, sia noi che i cavalli. La gente spesso pensa: "Ma che tensione e tensione! Siete seduti comodi comodi tutto il tempo". No, non è così semplice. Abbiamo sempre a che fare con un essere potentissimo e imprevedibile, seppur bene addestrato. Rilassarsi sì, ma distrarsi mai, e questo comporta appunto tensione, della testa e dei muscoli. Possiamo creare un bel rapporto con loro solo cercando di capirci in continuazione, e dunque stando continuamente attenti. |
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Dopo pranzo, si riparte attraverso il castagneto di S. Abramo, verso M.te Acuto Ragazza. Poi Boscalto e la forcella
tra Montovolo e M.te Vigese, che aggiriamo fino a raggiungere il borgo e la chiesa di Verzuno. Da qui puntiamo a La Scola attraverso un bosco costellato
di edicole votive (gli sdalèn nella lingua locale). Il nostro è anche un viaggio attraverso luoghi di devozione, e ci sentiamo sempre come in
compagnia degli antichi viandanti e cavalieri che per secoli hanno percorso queste strade per recarsi a chiese e fiere. Ci sentiamo parte, in un solo momento,
della storia e della natura, entrambe antiche, misteriose e insieme rassicuranti. |
Bene, noi scendiamo dal cavallo pronti a dissellare... Nooooooooooooo! |
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La notte la passiamo comodi comodi nella Locanda "Il Sole" in località Chiosi (Grizzana Morandi), decisamente
un posto confortevole con camere e ristorante a cucina tradizionale, specialità funghi e tartufo. Ci accolgono la gentile signora Ines e la sua famiglia,
compreso il gatto Rossi, che tutti abbiamo invidiato perchè vivere lì per un gatto è una vera pacchia. Ci raggiungono per cena Eveline e Marco. |
Partendo, cerchiamo di mandare a casa il cagnolino di Claudio Sassi, che invece
insiste a seguirci. Via! Via! Ok, il cane è la miglior compagnia anche per la passeggiata a cavallo, ma lui zoppica. Ha qualche problema tipo artrite, pare...
Non vogliamo che si sforzi troppo. Niente da fare. Si è messo in testa che senza di lui non ce la facciamo. Corre corre dimenticando di avere il male alla zampa...
Che forza che ha. Complimenti! |
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Oltre il cane, quel giorno abbiamo avuto una altra guardia del corpo. Una scorta sulla moto. Non è il
vigile che ci voleva tenere d'occhio, ma Claudio, che è venuto ancora a trovarci da Bologna. Lungo la riva del bacino, anche se
solo per qualche metro, è proceduto a passo di cavallo accanto a noi. E' stato simpatico avere anche quel tipo di compagnia.
Siamo versatili, noi del Cavaioni. |
Dopo pranzo, appena ripartiti, cade Renzo dall'immensa Magda che si imbalza. Poco male: l'atletico cavaliere si rialza senza colpo ferire. Costeggiamo il ruscello Brasimone, dove facciamo abbeverare i cavalli. Poi imbocchiamo la strada dei Lavaccioni attraversando una magnifica faggeta, ormai in direzione della Toscana e della provincia di Prato. |
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Ed eccoci nella pineta di Poggio di Petto, che costituisce un magnifico parco naturale a 1121 mt. Prima di discendere
al rifugio "Al Pino", si apre davanti a noi un orizzonte di cielo e colline da mozzare il fiato, che compare all'improvviso all'uscita
dal bosco, al termine di un'erta salita. Sembra una visione paradisiaca. E anche dal rifugio il panorama non scherza, col Mugello, il Bilancino
e uno scorcio di Pistoia che spaziano a 180°. |
Dopo pranzo, appena ripartiti |
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La notte la passiamo chi in tenda, chi in camerata: spartanamente, comunque, come del resto si addice ad avventurosi cavalieri.
Da notare però che mamma Sandra ha rifornito la tenda delle ragazze (Martina e Veronica) con cuscini e piumini di prima qualità: perchè la mamma è sempre la mamma...
Buonanotte! |
Nel pomeriggio ci dirigiamo di nuovo verso il Brasimone, percorrendo i prati adiacenti fino a Poranceto, poi sulla cresta dei rilievi
che circondano il lago. Il percorso finale è lungo sentieri bellissimi in mezzo a una natura silenziosa. Questo tipo di silenzio serve moltissimo a farci cacciare
via i vari "rumori quotidiani" che invadono il nostro cervello. In generale quando viaggiamo in sella non facciamo gran chiacchiere tra di noi cavalieri.
Come dicevamo, soprattutto dialoghiamo con il nostro cavallo e con la natura che ci circonda. |
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Infine siamo di nuovo al passo dello Zanchetto, in comune di Camugnano, a 6 km. dal Brasimone verso il bacino di Suviana. |