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Fabio Mosti
Sibani Dane

Trekking Foreste Casentinesi

Ferragosto 2006 (autrice: Tomoko)

Ti va di fare una passeggiata di 4 giorni? Mi chiese, un giorno di inizio luglio, Alberto (uno degli istruttori). Immaginate quanto mi entusiasmò questa frase!
Ho iniziato a frequentare il maneggio Cavaioni circa due anni e mezzo fa. Da allora ho sempre sognato un bel viaggio in sella; possibilmente usando il cavallo come un vero proprio mezzo di trasporto, cosa che era consuetudine nei tempi remoti. Solo che una volta, i cavalli portavano con sè non solo gli uomini ma anche la carrozza su cui si trasportavano i bagagli. Oggi quella roba la trovi solo nei musei. Vuol dire che se non ingaggi qualcuno che ti segue in macchina (anzi in furgoncino) fermandosi tappa per tappa, trascorrendo altrove il resto della gionata (cosa che non è facile come sembra), ti trovi in un bel guaio. Meno male l'alternativa c'è sempre. Trasportiamo i cavalli sul camion. Gli uomini invece viaggiano sulle automobili. ( Quanto è semplice!! )

Così nel tardo pomeriggio del 11 agosto, abbiamo lasciato Bologna per raggiungere Castagno d'Andrea, un piccolo villaggio che si trova nel monte Fartelona, dove ci ha ospitato la famiglia di Daniela (l'alloggio principale), Stefano (la guida della zona) e le altre due famiglie che ci hanno offerto le loro case per pernottamento.

veduta del monte Falterona da Castagno d'Andrea

tra i boschi di Castagno d'Andrea

Diverse linee ondulate di creste che si incrociano, si uniscono poi si separano e di nuovo si incontrano. Mi giro lentamente. Le linee continuano. Alcune si trovano a chilometri di distanza, alcune qualche centinaio di metri più in là. Eppure sembra che tutti siano sullo stesso piano di un immenso quadro dipinto con infinite sfumanture di grigio e blu scuro. Mi giro ancora e mi accorgo che il quadro mi circonda completamente col sotto fondo titolato “Un silenzio assoluto”. Poi le sagome di cavalli stagliate sulla linea più vicina. Alle sette del mattino il cielo piuttosto nuvoloso offre un ambiente molto paricolare, direi quasi spirituale. Sento di essere abbracciata dall'universo che mi ricarica di energia, poi sento un goccio d'acqua ..... e un altro ancora...Cavolo!! Svegliati. Non è il caso di lasciarti incantare così!! Quella mattina, con quelle nuvole che non sarebbero mai andate via, siamo stati costretti a cambiare il programma tagliando a metà una passeggiata di un'intera giornata.

Diciamo che i cavalli se ne fregano dell'acqua e noi bipedi con un apposito impermeabile resistiamo abbastanza. Quindi non ci sono problemi. Invece sì. La terra, una volta inzuppata, diventa una nemica. Non va d'accordo con i ferri lisci piantati sui zoccoli o non resiste un peso di mezza tonnellata concentrato su 4 zoccoli di piccola superficie. Perciò la scelta saggia è questa: proviamo a fare un breve giro in sella prima che il tempo peggiori e il resto della gionata ci ubrichiamo a tavola. Così quel pomeriggio abbiamo goduto di un bel pranzone a sorpresa (non faceva parte del programma originale). Poi abbiamo fatto un piccolo giro in macchina visitando l'eremo di Camaldoli. Bel posto anche quello! Se avessi potuto portarci la mia cara Smilla avrebbe fatto la meditazione anche lei fingendo di essere un monaco..? Chi sa...

Nicola con Ulisse

pic-nic sul monte Falco

Dimenticavo di dirvi come era composta la banda. Di Bologna, oltre due istruttori Alberto e Cinzia, 6 soliti frequentatori di cavaioni (che sono quasi sempre presenti nelle passeggiate di due giorni) più 3 persone che non conoscevo prima, ma che sono cavalieri ben allenati. In più la guida della zona Stefano più ogni giorno un paio di ospiti della zona. Qualcuno ha calcolatrice? Fanno una bella fila 13, 14 cavalli.. Mettiamo che un cavallo è lungo circa un metro e mezzo x 14 più tra uno e l'altro minimo un metro di distanza. Qualcuno ha calcolatrice?.......

Comunque tendenzialmente rimanevamo divisi in due gruppi: i cavalli che volevano stare sempre davanti a tutti, tipo Ulisse, Fiero e Carmen e i cavalli a cui badava Stefano: Magda, Mafalda, Morello e la mia Smilla. Charly di Claudio un po' di là un po' di qua e Ambra di Alberto fungeva da cane da pastore.

verso le cascate dell'Acquacheta

cascata dell'Acquacheta

Quel giorno siamo andati a vedere la sorgente dell'Arno che si trova nel parco Casentinese. Fa un certo effetto quel piccolo pozzetto dove scorre un filo d'acqua trasparente in assoluto. La tocco, ne attingo appena, inumidisco le labbra e accontento la gola. Non avevo mai immaginato questa scena quando giravo per la città di Firenze tanto tempo fa. Mi sono resa conto dell'altezza a cui ci trovavamo. 15??m. Ciò significa che in sella abbiamo camminato con un dislivello di quasi 700m. Bravi cavalli!! Sapevo che Smilla era una alpinista tosta ma non a quel livello. Sfoggiava la sua bravura ad ogni salita lipida con un passo così vigoroso che quasi quasi mi faceva pensare che di nascosto prendesse qualche sostanza pericolosa...

A proposito, il tempo, anche il secondo giorno non era granchè. Forse ci siamo lamentati troppo per il caldo infernale di luglio? Forse per questo il tempo si è sentito in colpa e ha deciso di fare un gran salto di due mesi piĆ¹ avanti?..Complimenti...E' quasi riuscito a farci credere che eravamo in pieno autunno con la temperatura di media 14 gradi, i raggi del sole fievole e la pioggerella umida e fredda. Eppure qualcosa non quadrava...le castagne (nelle foreste casentinesi ci sono cosi tanti castagni) stavano ancora comode comode nella pancia dei gusci verdi ....... Oh, non fare il furbo Ehe?

verso le cascate dell'Acquacheta

Carmen....la ghiotta!

3° giorno: Finalmente al risveglio vediamo il cielo azzuro.
Ma quando c'è il sole i tafani ballano!! Mannaggia!!

Ogni mattina ricoprivamo i cavalli di un appostio olio anti-tafano ma giocano duro quei insetti!!! E attaccano pure gli uomini. Mi sarrebbe venuta voglia di fare un tuffo nel secchio d'olio se non fosse puzzato cosi tanto. Meno male che a quanto pare non ero il pasto preferito dei tafani toscani.

Parliamo di qualcosa di bello. Sì qualcosa di molto bello lo abbiamo visto, eccome. Si tratta delle cascate di Acquacheta. Non ho letto la Divina Commedia (Beh, pazienza. Sono una giapponese) quindi non so come il famoso poeta cita queste cascate. Allora provo a far lavorare la mia immaginazione. Con 700 anni di differenza, i mutamenti naturali non avranno lasciato nessuna traccia da allora. O forse sì? L'acqua è così poca che appena bagna il suo persorso...... Ma non importa. A me è piaciuto solo pensare che tanto tempo fa una persona, che viene ricordata nella storia, si trovava nel posto dove mi trovavo quel giorno e ha avuto una grande ispirazione. (Più di così non sono riuscita a fantasticare ..scusate!)

....una sosta gradita all'Acquacheta

....una sosta gradita all'Acquacheta

Mentre ci immergevamo nel mondo della meraviglia, i cavalli giocavano con un loro fratello e un cugino asino, entrambi vagabondi anzi abitanti di quella zona... Non sono veri propri selvatici ma tanto tempo fa si sono congedati dai servizi e adesso godono di assoluta libertà. Beati loro!

Quel giorno poi sono successe bel po' di cose. Nicola, a galloppo su Ulisse, subisce un attaco di catapulta nacosta nei boschi (Scherzo!)
E' stato uno dei cavalli che guardacaso ha segnato un goal (di un sassolino) contro la faccia di Nicola. (Meno male che non si è fatto tanto male)

campo base a Castagno d'Andrea

campo base a Castagno d'Andrea

Poi Petronio suda sette camice nel tentativo di convincere Fiero che fa il cocciuto inimitabile, rifiutando di passare un stretto passaggio tra l'orlo di un burrone e una sbarra (di sicuro, da piccolo, avrà avuto un trauma tremendo...poverino) Oh, mica vero che è inimitabile. Charly lo imitava. Non so se in segno di solidalietà o semplicemente anche lui ha avuto una brutta infanzia...

Altre cose...Un branco di mucche che ci guardavano passare con gli occhi sbarrati (anche un vitellino attaccato alla poppa della mamma ci sbirciava ogni tanto). Un cagnetta che viaggiava sopra di un cavallo cui montava Paola di Modena (Questa è stata davvero carina. Potete vedere nella foto quanto è buffa una scena del genere)

....viaggiare comodi!

immersi nel Parco delle Foreste Casentinesi

Le nuvole si sono stancate di sentire le nostre interminabili ingiurie e sono scappate tutte da qualche altra parte. Evviva!!! L'ultima piccola escursione di una mezza giornata. Anche quel mattino come le altre, Anna, la moglie di Petronio, ci ha scattato delle foto augurandoci una buona giornata.

immersi nel Parco delle Foreste Casentinesi

immersi nel Parco delle Foreste Casentinesi

Nei giorni precedenti, ci raggiungeva con Maddalena, la ragazza di Alberto, alla destinazione passando i sentieri da pedoni e un po' in macchina. Invece l'ultimo giono, Anna è rimasta a casa e Maddalena ci ha fatto compagnia per tutto il percorso a piedi col passo vispo e non solo, ha galloppato anche. Che brava!!

monte Falco

veduta del monte Falco

Balze delle Rondinaie (dal m. Falco)

Monte Falterona

Verso le 16,00 arriviamo al punto di incontro col camion che riporta a Bologna tutti i cavalli. Alcuni non hanno fatto nessuna resistenza nel salire su ma gli altri, tipo Morello che non si fida di nessuno anzi forse un tipo talmente antico che si rifiuta di viaggiare sul 4 ruote, hanno fatto tante di quelle storie..

Smilla per partire dal Cavaioni ha fatto la difficile, ma per tornare a casa, nemmeno un segno di resistenza. Si vede che non ne poteva più....

cascata dell'Acquacheta

sorgenti del fiume Arno

un saluto alla nostra guida Stefano

Per concludere.. Ringraziamo Stefano che ci ha sopportato con tanta pazienza e Daniela che ci ha nutrito con tanto affetto e le altre famiglie che ci hanno regalato bei sogni d'oro tutte le sere. Ci vediamo presto!!!